Nero, luce e splendore: Aloof per Olivier Theyskens

Con le loro forme fluide e allungate, i manichini Aloof dell’italiana Bonaveri accompagnano e valorizzano la collezione SS 2023 dello stilista, assecondando gli abiti sinuosi e la purezza delle linee

olivier theyskens | Parigi | Paris Fashion Week | Presentazione di moda

Un’esplorazione del nero, luce e brillantezza: alla Parigi Fashion Week va in scena la nuova collezione del designer belga Olivier Theyskens

Scritto da Marzia Ricchieri | 21 Ottobre 2022

Parigi | Visione, trasformazione e nuovi approcci al colore. Appaiono in pose sinuose le 26 silhouette firmate Olivier Theyskens, presentate nella cornice dell’Hôtel le Lièvre de la Grange in occasione della Parigi Fashion Week, parte finale del trittico di collezioni (SS2022, AW2022, SS2023) dello stilista belga. Interamente realizzata a mano nel suo studio, e incentrata sull’esplorazione della brillantezza e del colore nero, in questa terza collezione lo stilista persegue il suo savoir-faire tecnico facendosi guidare da una nuova selezione di materiali e inedite cromie. I manichini di Bonaveri accompagnano le texture e le linee della collezione con le figure di Aloof, valorizzando e assecondando gli abiti e la ricerca di nuove forme, fluide e strutturate, da parte dello stilista. 

La collezione Spring-Summer 2023 di Olivier Theyskens emana un fascino architettonico ed è avvolta da un’aura di trascendenza: volumi compatti incontrano una rinnovata sensualità negli abiti cuciti con una tecnica di patchworking eseguita a mano, impregnati di nuove e insolite proprietà di drappeggio e caduta. La sequenza di apertura di silhouette sartoriali monocromatiche con spalle larghe dipinge un personaggio imponente e androgino in pelle, seta e velluto. I tessuti diventano così una nuova materia, come i dipinti dell’artista francese Pierre Soulages, capaci, ad ogni strato di vernice, di trasformarsi un sculture.  

L’accostamento tra il colore nero e la luce, espresso dalle silhouette, ha sempre fatto parte dell’immaginario dello stilista belga e costituisce la controparte della sensuale “égérie” che abita i suoi abiti più femminili e sinuosi. Tra i capi un lungo cappotto ultra-black, realizzato con un’applicazione di ritagli di pelle scartati e riassemblati in un accumulo di tulle diventa emblema di una composizione pura, una trasformazione sublime della materia prima. Un body lavorato a mano, con la cassa toracica ricamata in gocce di vetro nero, riecheggia i body anatomici dei debutti di Theyskens; la silhouette contiene un contrasto chiaroscurale, un effetto fotografico di luce e ombra, mentre le gocce di vetro agiscono come una gelatina d’argento che rotola dal corpo, come fossero granelli di sabbia.

A rompere la fase monocromatica è un abito regale dal sapore medievale in un caldo camaïeu di colori, che apre a una serie di abiti patchwork ispirati a una tavolozza di colori come l’ocra, il marrone, il bronzo, il rosso, l’oro e il giallo, con tocchi di viola e smeraldo. I toni della terra si scontrano con pizzi leggeri, velluto devoré scuro e mussolina di seta. Scolpendo e tagliando i materiali in sbieco, rimangono malleabili e acquisiscono nuove proprietà elastiche, come si nota per l’abito composto da un mosaico di paillettes scintillanti che diventa una versione moderna di un’icona mistica bizantina. Piccole sfumature di metallo lasciano il posto ad abiti patchwork a maniche lunghe in lamé d’argento, bronzo e oro, abbinati a un velluto color senape. Un gruppo di abiti in pizzo e seta, tagliati in sbieco, sono costruiti con un’unica cucitura che si avvolge sensualmente intorno al corpo.

Aloof: i manichini di Bonaveri dalle forme allungate e fluide

La collezione Aloof si ispira alle collezioni d’archivio della serie Schläppi degli anni Sessanta. Rilegge e interpreta quelle figure caratterizzate da arti e dita allungate, pose esagerate, ai limiti delle proporzioni e una pronunciata inclinazione del collo. Ne è scaturita una visione originale e manichini in cui curve angolate e linee prevalentemente dritte sono addolcite dalla femminilità delle pose. L’eleganza degli atteggiamenti richiama le atmosfere degli atelier degli anni ’50 e l’estetica che stylists, editors e fotografi hanno elaborato in scatti iconici che interpretano quell’epoca. La volontà è stata quella di creare una collezione capace di interagire coralmente, senza che ci fosse la preminenza dei singoli sul totale. Da ciò deriva il senso di teatralità dei modelli, sia quando vengono impiegati da soli, che nelle costruzioni più numerose, nelle quali le figure sembrano specchiarsi le une nelle altre.  Questa ricerca di armonia ha portato a creare un manichino capace di tenere la scena nella vetrina di una boutique così come all’interno di un department store: eclettico e versatile. Aloof è stata creata in collaborazione con Emma Davidge, come naturale evoluzione della serie Schlappi. La collezione si compone di 8 figure femminili.

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