Twiggy – Il ritorno di un’icona della moda

In occasione dell’Euroshop 2020 dello scorso Febbraio, BONAVERI ha presentato il restyling della collezione di manichini Twiggy, celebrando la rinascita del marchio Adel Rootstein. Vi raccontiamo la storia di Twiggy, la modella che ha cambiato i canoni della moda e ispirato la collezione.

adel rootstein | interview | Riviste Publicate

Tratto da un articolo del Magazine BONAVERI, pubblicato in occasione dell’Euroshop a Düsseldorf, il racconto della magia dietro la riscoperta della Collezione originale Twiggy della Rootstein

Scritto da Marzia Ricchieri | 25 Settembre 2020

I viaggi nel tempo non accadono solo al cinema o nei romanzi. È il caso della nuova collezione Twiggy, che riporta sulla scena il più emblematico segno della storia del brand Rootstein.

Un nuovo inizio per il celebre marchio inglese, da pochi mesi entrato nell’orbita del gruppo Bonaveri, che vede rinascere una delle più iconiche collezioni storiche che hanno cambiato la relazione tra manichino e moda.

Twiggy accanto al suo manichino

Dobbiamo tornare per un momento indietro, alla fine degli anni ’50, quando Adel Rootstein fonda Rootstein dimostrando da subito una sorprendente capacità di catturare e rappresentare lo zeitgeist, lo spirito del tempo. Le prime creazioni racchiudono il dinamismo e l’energia che stanno rivoluzionando Londra e l’industria globale della moda negli anni ’50 e ’60.

È infatti proprio l’Inghilterra ad incarnare al meglio la nuova cultura, il bacino creativo di un sistema moda che svolge un ruolo cruciale nella rivoluzione sociale in atto.

Per la prima volta l’ispirazione per i manichini arriva direttamente dalla strada e dalle It Girls, le ragazze che con il loro stile innato sono in grado di anticipare le tendenze: lontane da tutti i canoni prestabiliti vanno a sostituire le forme statiche e idealizzate conosciute fino a quel momento, oramai distanti dai nuovi ideali di bellezza in voga nella swinging London.

Twiggy ritratta insieme al suo manichino originale negli anni 60

In questo contesto storico, estetico, culturale, si inquadrano le collezioni di Rootstein che sono quanto di più realistico sia mai stato concepito, replicando fedelmente le fattezze delle modelle. Nello stile Rootstein i volti e i trucchi diventano importanti tanto quanto il corpo: “Modelli congelati” dei corrispettivi reali li definisce Adel Rootstein

Ed è proprio il caso del manichino Twiggy che interviene a rompere tutti i canoni precedenti: con un’altezza di poco più di 1,60 m, una taglia 40 e una posa inusuale. Una perfetta riproduzione della modella che più ha incarnato i valori delle nuove generazioni. Colei che con il suo fisico esile, gli occhi grandi da cerbiatta e il taglio di capelli “alla maschietta”, seppe diventare simbolo di cambiamento, rivoluzione dei costumi e leggerezza, rendendo al tempo stesso celebre il capo emblema del rifiuto e della rottura con il sistema e il passato: la minigonna di Mary Quant.

In quella prima collezione dedicata a Twiggy si trovano quindi ad essere riassunti i valori di un’intera epoca, di una cultura estetica e vitale che dalla capitale inglese seppe influenzare tutto il mondo. 

John Taylor diede vita a quel primo modello celebre per il suo magnetismo realistico: la sensibilità artistica dello scultore contribuì alla definizione di una delle collezioni più emblematiche di Rootstein.

Lo scultore John Taylor mentre lavora con Twiggy negli anni 60

È stato proprio in considerazione di questa capacità magnetica di incarnare lo spirito di un marchio che deve rinascere oggi a nuova vita, che Bonaveri ha scelto di avviare il lavoro di riqualificazione dell’intero brand Rootstein rieditando proprio la collezione Twiggy.

Perché osservando l’archivio storico Rootstein – un patrimonio straordinario di modelli, campioni, stampi, disegni, fotografie, prove d’artista, documenti originali dell’epoca – lo sguardo ha percorso non solo la storia di un brand ma anche quella di un intero settore e del suo rapporto in divenire con i canoni estetici e con le mode.

Nel riscoprire le sembianze e forme di Imogen WoodfordJill KenningtonPatti Boyd, si intuisce l’ampiezza e la forza di una estetica che stava iniziando a sostituire le forme statiche e idealizzate usate fino a quel momento, ormai distanti dai nuovi ideali di bellezza.

All’inizio degli anni ‘70 Rootstein si impose con modelli dal fascino unico e magnetico, e un significato culturale oltre che estetico. Marie Helvin, fidanzata del fotografo di moda David Bailey, la pioniera modella giapponese Sayoko, la modella americana Tina Chow e la leggendaria Pat Cleveland, furono le figure di quegli anni: modelle dall’incredibile successo, accomunate da un fascino esotico che Adel Rootstein identificava per il loro aspetto adatto ad interpretare i desideri di un’industria della moda alla ricerca di novità.

I modelli degli anni ’80 poi ci raccontano il desiderio di glamour, fascino e potere: l’edonismo venne incarnato in figure come quelle dell’attrice Joan Collins o la modella Dianne Brill. Lo spirito degli anni ’90 si rintraccia nelle collezioni dedicate a Yasmin Le Bon, i 2000 nelle modelle Erin O’Connor e Coco Rocha.

La nuova Twiggy – l’interpretazione in chiavetta moderna di un’icona della moda

Un viaggio nel tempo, tutto racchiuso nell’archivio dei ricordi e delle immote figure che hanno animato le vetrine di 5 decadi. E’ proprio questo patrimonio unico che ha mosso Bonaveri verso l’acquisizione, animata dal desiderio di rielaborare una formidabile tradizione estetica secondo la propria sensibilità e il saper fare artigianale.

Bonaveri del resto non è nuova ad operazioni di questo genere, avendo già nel 2001 acquisito il marchio svizzero Schlaeppi – anch’esso icona storica del settore – che ha trovato nella nuova gestione un rilancio senza precedenti, divenendo il punto di riferimento per il manichino stilizzato.

Sullo stesso schema si è mossa ora l’azienda emiliana andando a scegliere in Rootstein quello che è da sempre il marchio di riferimento per il manichino realistico.

Rootstein rappresenta una pietra miliare nell’evoluzione dei manichini” – dichiara Andrea Bonaveri, CEO dell’azienda – “avendo avuto la capacità di dare per prima una forma all’estetica contemporanea, riproducendo nelle sue figure modelle e personaggi reali che al meglio incarnavano lo spirito del tempo. Con questa acquisizione realizziamo un sogno. È nostra intenzione raccogliere questa storia e portarla ad un nuovo splendore, aggiornandola con la nostra sensibilità estetica e capacità manifatturiera. Questa acquisizione è espressione di una strategia che ci ha portato ad acquisire il miglior player del mondo nel mercato del manichino realistico”.

Ma torniamo a Twiggy, e alla sua espressione irriverente. Nella silhouette apparentemente inconsueta del suo corpo, così come nella peculiare e distintiva attitudine espressa dal volto, risiedono i segreti di una personalità unica.

La nuova Twiggy – l’interpretazione in chiavetta moderna di un’icona della moda

Quello che fu un corpo icona degli anni sessanta risorge oggi in proporzioni adatte al nostro tempo, conservando tuttavia i segreti e le inclinazioni estetiche originali della propria epoca.

Un lavoro di grande attenzione svolto nell’atelier di scultura di Bonaveri, per riproporzionare la silhouette di Twiggy senza perdere la sua istintiva originalità. Alla postura, ai dettagli del corpo si sono poi aggiunte le cure attente dei make up artists che hanno avuto il compito di rievocare l’animo stesso della modella con un uso del make up e dell’acconciatura che fosse naturale e distintivo. 

Il risultato è un manichino che non rievoca una figura di un’altra epoca, ma che ne trasporta lo spirito, l’essenza, la potenza magnetica e l’enigmatica allure nel nostro tempo.

Perché anche nel manichino realistico, la realtà non è mai oggettiva. Il processo creativo interviene ad interpretare i segni per dar loro un senso che sia l’essenza del realismo.

Parrucca e Trucco sulla nuova Twiggy

C’è sempre una mediazione artistica alla radice di ogni storia di scultura, di disegno, e questa nuova Twiggy ne è la manifestazione più evidente.

La collezione Twiggy ripropone il taglio di capelli e il trucco che hanno distinto la modella: il motivo sulla palpebra, così come le ciglia disegnate, senza dimenticare le lentiggini che contribuivano a donarle quell’aria sbarazzina e giovanile. La tenue tonalità della pelle è riproposta con una finitura leggera, in color Pale Cameo.

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